John Boecker: oltre l’impatto zero, verso la rigenerazione
7group, l’impegno per la sostenibilità.
John Boecker, partner fondatore di 7group, vanta un lunghissimo curriculum che testimonia l’impegno dedicato alla sostenibilità, al design integrato e allo sviluppo rigenerativo.
Nel progetto isolaursa accompagna il visitatore, con carisma e autorevolezza, in un viaggio introspettivo e intimo alla ricerca del vero significato della sostenibilità! Esordisce proponendo una serie di domande essenziali, coinvolgendo i partecipanti in un esperimento meditativo.
“Cosa state cercando di “sostenere”?”
Ovvero: qual è l’obiettivo della sostenibilità? Cosa stiamo realmente cercando di proteggere?
La risposta che Boecker ha ottenuto da centinaia di auditori nel corso della sua lunga esperienza è sempre la stessa: la vita.
Qual è la relazione tra gli esseri umani e i sistemi viventi in evoluzione? Cosa cambia nella nostra percezione quando, approcciando un nuovo progetto, focalizziamo la nostra attenzione sui problemi che ci ostacolano invece che sul potenziale del progetto stesso?
L’esperimento che Boecker ha proposto in centinaia di incontri in molte nazioni ha lo scopo di generare la consapevolezza che il modo in cui pensiamo è molto più influente di ciò a cui pensiamo: “non abbiamo un problema di tecnologia, abbiamo un problema di persone”. Disponiamo già della tecnologia necessaria al cambiamento, ma perché il cambiamento avvenga è necessario in prima istanza provocare una destabilizzazione del pensiero, innescare un nuovo approccio personale e responsabile al tema della sostenibilità. Dobbiamo lavorare sul modo in cui le persone pensano, affinché possano mettersi al servizio di quel gruppo con il quale collaborano per poter sviluppare la loro capacità di cambiare il sistema all’interno del quale stanno operando.
C’è un principio di reciprocità tra l’individuo e il sistema: se l’individuo cambia, innesca il cambiamento del sistema che, a sua volta, restituisce il beneficio all’individuo.
Quando Boecker e il suo team iniziarono a lavorare alla progettazione in bioedilizia, approcciarono il problema dal punto di vista strettamente tecnico, ma nel tempo si resero conto che non era possibile alcun cambiamento senza una revisione paradigmatica del ruolo dell’uomo nella natura. La parola “sostenibilità” è stata così largamente banalizzata che oggi riteniamo corrisponda al limitare a zero i danni che facciamo all’ambiente.
Per comprendere cosa sia la sostenibilità, dobbiamo tornare a ragionare su quale sia il ruolo dell’essere umano all’interno di questo grande sistema che chiamiamo natura, di cui l’uomo è parte integrante. Dobbiamo quindi spostare l’attenzione dalla progettazione in bioedilizia alla progettazione rigenerativa integrata, ovvero il nostro progetto non deve limitarsi ad essere un progetto ad impatto zero, ma deve innescare un processo rigenerativo in equilibrio con il sistema nel quale si inserisce.
Ma quali sono i principi della rigenerazione? Innanzitutto, bisogna vedere il sistema nel suo insieme, e non come una successione di frammenti, perché un processo rigenerativo si basa necessariamente su un approccio olistico. Bisogna poi comprendere che focalizzarsi sul potenziale richiede uno sforzo maggiore che il cercare di risolvere problemi, perché richiede di immaginare un mondo che ancora non esiste, ma solo in questo modo si può instaurare quel principio di reciprocità che è alla base dei sistemi viventi.
Progettare processi, “e non cose”, significa creare le premesse per un rapporto dinamico interno al sistema, che continuerà a produrre mutui benefici nel tempo, ma comporta l’analisi e la comprensione dell’unicità del contesto in cui si interviene. L’uomo si deve sentire parte integrante del sistema vivente, non separato da esso: se questo cambiamento paradigmatico non avviene, nessun progetto può realmente dirsi “sostenibile”, perché resta un elemento isolato che non produce nessun processo rigenerativo nel tempo.
Affinché la soluzione alla problematica ambientale sia rapida ed efficace, bisogna individuare interventi che restituiscano il miglior risultato con il minor investimento, mantenendo sempre saldo un nuovo concetto di sviluppo: incrementare la capacità dei sistemi di essere vitali e adatti alla vita.
La realizzazione di questa visione è possibile? Il sacro principio della scuola pitagorica, che Boecker con passione e perizia abbraccia e promuove, ci suggerisce la via: “Soltanto quando l’astratto incontra il concreto, qualcosa di nuovo può accadere”.